CECCANTI: NON È PIÙ ELEGGIBILE, PDL SI RASSEGNI«Berlusconi non è più eleggibile». Ne è convinto il costituzionalista
Stefano Ceccanti che spiega nel dettaglio la legge Severino, di cui è stato relatore al Senato. «Nell'articolo 2 del decreto legislativo 235/2012, che attua la legge Severino, è scritto - continua - che in caso di condanna oltre i due anni sei incandidabile per sei anni. Ciò vuol dire che non puoi stare in lista». «Fin qui - ragiona -, se eri ineleggibile, in lista ci potevi anche andare, e poi era la Camera di appartenenza che, a proclamazione avvenuta, decideva a maggioranza se eri ineleggibile o no. Adesso non più» perchè «è il cosiddetto ufficio elettorale circoscrizionale, organismo composto da magistrati e previsto dalle legge elettorale» a decidere.
«La verità è che se il Pdl proprio insiste a non risolvere il nodo della sua leadership al di là della figura di Silvio Berlusconi deve pur rassegnarsi all'idea di avere un leader di partito al di fuori del Parlamento - spiega inoltre in una intervista al 'Mattinò -. In fondo è quanto accade anche al Movimento Cinque Stelle con Beppe Grillo sin dai tempi della sua costituzione». PALMA: STEFANO HA RAGIONEMA POSSIBILE RICORSO A TAR«
La legge Severino prevede le categorie di incandidabilità che riguardano quei soggetti incorsi in una condanna e, nell'eventualità si verifichi nel corso del mandato parlamentare, la decadenza.
Qualora l'Aula non si dovesse pronunciare sulla decadenza in ragione dell'eventuale caduta del governo e dello scioglimento del Parlamento, la Corte d'Appello potrebbe assumere il provvedimento indicato, fermo restando che comunque sarebbe percorribile un ricorso al Tar nel cui ambito si possono sollevare tutte le questioni giuridiche già sollevate in Giunta».
Lo afferma ad 'Affaritaliani.it' Nitto Francesco Palma, presidente della commissione Giustizia del Senato (Pdl), commentando quanto dichiarato da Dario Stefano, presidente della Giunta per le elezioni di Palazzo Madama. In altre parole, «la legge dice quando uno si trova in una situazione di incandidabilità e ciò consente alla Corte d'Appello di sospenderlo dalle liste elettorali, ma si può agire davanti al giudice amministrativo e avanzare tutte le questioni giuridiche che sono già state avanzate o che verranno avanzate davanti alla Giunta per le elezioni».