Il 18 luglio 2003 moriva la voce che ha raccontato lo sport per quarant'anni. Nel 1996 l'ultima radiocronaca: "Un grazie affettuoso a tutti gli ascoltari, mi mancheranno".
Firenze, 17 luglio 2013 - Quando la radio era a colori, e l'Italia del pallone la domenica riusciva a vedere il calcio solo attraverso "Tutto il calcio minuto per minuto" e ai racconti di quel gruppo di inimitabili menestrelli del microfono, la voce di Sandro Ciotti arrivava come una carezza di cartavetrata, per un'ipnosi di novanta minuti. "Scusa Ameri, sono Ciotti", oppure "Clamoroso al Cibali", annunci scolpiti nella storia del giornalismo, del calcio e del costume del Paese.
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Sandro Ciotti moriva dieci anni fa, il 18 luglio 2003, dopo oltre 2.400 radiocronache di calcio, oltre a un gran repertorio di altri eventi, seguiti come inviato, fra sport e musica: 14 Olimpiadi, 40 festival di Sanremo, 15 Giri d'Italia, 9 Tour. La sua ultima radiocronaca nella giornata conclusiva del campionato 1995-96, con questa frase di congedo: "Un grazie affettuoso a tutti gli ascoltari, mi mancheranno".
Di sicuro, è stato lui a mancare a tutti noi. Per il suo stile, la sua ironia, la sua competenza. Conduceva la 'Domenica Sportiva' intervistando, un'immagine rimasta famosa, Ugo Tognazzi in una nuvola di fumo, perché allora si fumava anche negli studi tv, e Ciotti era un gran fumatore. Figlio di un giornalista, Gino, Sandro Ciotti era nato a Roma il 4 novembre del 1928, e il padrino di battesimo era stato Trilussa, un segno del destino.
Ex studente di violino, Ciotti era stato un buon giocatore (giovanili della Lazio, Forlì e Anconetana in serie C, e il suo ruolo era quello di mediano) prima di cominciare la carriera giornalista, nel 1954, come collaboratore de La Voce Repubblicana, per continuare come cronista musicale in altre testate. L'impatto con la radio con una serie di rubriche (come 'Mondorama') e l'esordio come conduttore nel 1956 con 'K.o. Incontri e scontri della settimana sportiva'. L'assunzione in Rai nel 1958, l'inizio di una storia quarantennale.
Raccontava che il segreto di quella sua voce roca e inconfondibile non erano le sigarette, ma una fragilità delle sue corde vocali provocata da una diretta di quattordici ore sotto la pioggia dai Giochi del 1968 in Messico. Ha condotto otto edizioni della 'Domenica Sportiva'. Ha lasciato un grande segno, e a dieci anni dalla sua scomparsa sembra sempre di risentire la sua voce: "Scusa Ameri, sono Ciotti".
